E' partito con una cena informale ed una gita in battello lungo il fiume Amur il vertice Ue-Russia di Khabarovsk, nel lontano oriente russo. I leader di Mosca e Bruxelles si riuniscono dopo sei mesi di polemiche: dal conflitto in Georgia alla crisi del gas russo-ucraina passando per le dispute commerciali, arrivando alle accuse reciproche sulle violazioni dei diritti umani. Il Cremlino ha voluto minimizzare ieri, mettendo l'accento sulla "comune storia di civiltà, valori e relazioni strategiche" e ricordando che "l'Ue è il nostro principale partner commerciale". Ma resta il fatto che i rapporti tra Mosca e Bruxelles, nonostante le speranze accese un anno fa dall'arrivo al Cremlino di Dmitri Medvedev e dal disgelo russo-americano iniziato con i colloqui sul disarmo, restano difficili. Tant'è che secondo i media russi gli europei vorrebbero limitare questo tipo di incontri semestrali a solo una volta l'anno. E quindi via ai colloqui, in una città situata a 8.523 chilometri a est di Mosca a cui gli ospiti europei devono aggiungere oltre 2.200 chilometri per un totale di dieci ore di volo. Una location scelta per sottolineare la vastità del 'continente russo', come ha spiegato lo stesso Medvedev agli studenti dell'università di Khabarovsk prima di ricevere gli europei, i quali "si renderanno conto della grandezza della Russia (...) Devono capire come è fatta la Russia, quali difficoltà abbiamo e allo stesso tempo quali vantaggi". Chiarendo ulteriormente il contesto geostrategico dell'incontro, il capo del Cremlino ha sottolineato che per la Russia Cina e Giappone sono parner non meno importanti dell'Ue. La delegazione europea è formata dal presidente ceco Vaclav Klaus, dal Rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana, e dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, accompagnato dai commissari alleRelazioni esterne, all'Energia e al Commercio. Per Bruxelles tra i vari punti spinosi c'è quello del protezionismo, alla luce dei dazi sulle importazioni imposti da Mosca negli ultimi mesi, in contraddizione con gli impegni assunti negli ultimi vertici dei G20. La Commissione sostiene sia stato colpito il 12-15% del valore delle esportazioni Ue" verso la Russia, che secondo Eurostat nel 2008 hanno superato i 105 miliardi di euro. Una fonte del Cremlino sostiene che la Russia è "pronta" a discutere dell'argomento, ma "esclusivamente in maniera generale". La settimana scorsa Chizhov aveva difeso il suo Paese sottolineando che i dazi sono temporanei e rispettano le regole del Wto, a cui l'Ue vorrebbe che la Russia aderisse al più presto. Sull'energia, le posizioni sono ancora più distanti. Mosca avanza "la proposta di un nuovo quadro giuridico per la cooperazione internazionale", mentre l'Ue non è disposta a gettare alle ortiche la 'Carta dell'Energia del 1991, che il Cremlino ha firmato, ma non ha mai ratificato. Del resto, la crisi del gas di gennaio, durante la quale Mosca è stata definita "inaffidabile" da Barroso, ha lasciato strascichi evidenti: "Non credo che le famiglie europee che durante l'inverno sono congelate senza riscaldamento abbiano dimenticato tutto", ha rilevato al quotidiano Kommersant il commissario Ue alle Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner. Il Cremlino, invece, è ancora furioso per l'accordo stretto a marzo da Bruxelles e Kiev per il rinnovamento della rete del gas ucraina, concluso senza il coinvolgimento di Mosca. Sullo sfondo, si profilano le strategie parallele delle due parti sullo scacchiere caucasico: mentre Gazprom punta sul gasdotto South Stream insieme all'Eni, Bruxelles scommette sul 'Corridoio sud' che dovrebbe portare in Europa il gas del Caspio e del Medio Oriente tramite il Nabucco e l'Interconnessione Turchia-Grecia-Italia (Itgi), promosso dall'Edison. Alla fine il summit di Khabarovsk potrebbe partorire un topolino: un impegno congiunto a rafforzare il meccanismo di pre-allarme Ue-Russia per evitare nuove crisi del gas, come ha auspicato Solana in un'intervista a Interfax. (segue)